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Caso Studio / doma e addestramento

“L’inizio è la parte più importante del lavoro” Platone

Nei miei 25 anni di esperienza lavorativa con i cavalli ho sempre cercato un approccio etico-scientifico. Ho deciso di partire dalle fondamenta attraverso lo studio dell’etologia applicata al cavallo, ritengo di basilare importanza sapere comunicare, mostrandogli le mie intenzioni e cercando di capire le sue, mettendo da parte una visione del cavallo unicamente come mezzo (per arrivare all’equitazione o per l’equitazione).
Non è sempre logico per lui ciò che gli chiediamo, soprattutto l’attività di ginnastica per preparare il suo fisico all’equitazione.
In questo articolo non parlerò della parte etologica, ma del tassello successivo che riguarda appunto della preparazione fisica, nello specifico preparare il corpo del cavallo a portarsi e a portare il cavaliere.
Negli anni che dedicato all’educazione e soprattutto alla rieducazione, la maggior attenzione era rivolta ad una dettagliata comunicazione; prima la mente, poi il corpo. Nel periodo purista, “aggiungerei con un po' di auto critica anche un po' estremista”, dove mi dedicavo quasi esclusivamente ad un’equitazione il più etologico possibile, avendo risultati eccellenti, ma presto mi resi conto di alcune lacune. Puledri e cavalli in lavoro ed in rieducazione entravano in fasi di accettazione incredibili, e in tempi brevi; però quando era il momento della parte montata quei miglioramenti raggiunti per lo più svanivano, avevo la sensazione che il cavallo mi dicesse: “sei stato solo più bravo degli altri a fregarmi e ora che sei sopra di me non riesco ad accettare quello che chiedi”. Con il tempo capii che la sola naturalità del cavallo, nonostante i principi di specie rispettati, non bastava.

Studiando la biomeccanica del cavallo, mi sono presto reso conto che se questo corpo non fosse strutturato e costruito, mettendolo nelle condizioni di supportare un cavaliere, insomma un altro corpo, tutto si sarebbe riversato ne comportamento, manifestando atteggiamenti ritenuti negativi; ansie, eccitazioni improvvise, fughe, forti resistenze al cavaliere, ecc..
L’equilibrio mentale deriva anche da quello fisico. Non sto parlando di esercizi per insegnargli le figure di maneggio o andature per fargli fiato, il lavoro che intendo è ciò che viene prima di essere montato subito dopo l’educazione di base e lo ritengo indispensabile per qualsiasi futuro del cavallo dalla campagna alle varie discipline agonistiche.
L’educazione del corpo passa attraverso un programma di lavoro alla corda, specifico nel puledro e dettagliato nel cavallo da rieducare (rieducazione posturale). Bisogna aiutarlo a sviluppare la catena cinetica superiore; questo gli consentirà un corretto movimento dei posteriori dandogli più aiuto di sostegno nel portare il cavaliere. La creazione di un immaginario arco orizzontale, convesso sulla faccia superiore, darà più possibilità ai posteriori di raggiungere il centro del suo corpo, sotto la fascia lombare.
Questa è una zona vulnerabile nel cavallo montato, infatti sotto di sé non trova nessuna struttura di sostegno a differenza della parte anteriore. Diventa quindi indispensabile l’aiuto dei posteriori con funzione di sostegno per decontrazione della fascia dorsale.
Tra le priorità da risolvere nell’approccio di educazione del corpo troviamo le asimmetrie naturali del cavallo. Se dapprima andiamo a “liberare” la schiena facendo l’azione di portare sotto i posteriori (alleggerendo allo stesso tempo gli anteriori), nel migliorare le asimmetrie evitiamo di sovraccaricare il bipede destro o sinistro in base a come è sviluppata l’asimmetria del soggetto.
Per equilibrio del cavallo intendo l’equa distribuzione del suo peso sui quattro arti. Questa è la fase preliminare che determina il successo della preparazione fisica del nostro cavallo, a prescindere dagli obbiettivi.
Jean Marie Denoix nel libro “biomeccanica e allenamento del cavallo” spiega nel capitolo “vantaggi e svantaggi dei movimenti laterali”, la dinamica di appoggio e carico di ogni arto, di come sono asimmetrici i carichi sulle superfici articolari, in riferimento ai movimenti laterali, lavoro su due o tre piste , l’appoggio sul terreno non risulta perfettamente simmetrico proprio a causa del movimento richiesto . Se questo sforzo sbilanciato avvenisse già nelle figure semplici, ad esempio nel circolo con un cavallo che non ha avuto una corretta educazione posturale che si corica o si intraversa, appoggerebbe sul terreno in maniera sbilanciata andando incontro a danni più meno gravi alle articolazioni. Se portiamo il cavallo, che lavora scorrettamente già ad una pista, quindi non perpendicolare, a compiere movimenti laterali come cessioni alla gamba, appoggiate e spalle in dentro non faremo altro a condurlo a lesioni ancor più gravi.
È chiaro che le asimmetrie del cavallo sono difficili da contrastare e da risolvere completamente, ma se noi non le prendiamo in considerazione rischiamo inevitabilmente di usurare il nostro cavallo rendendolo meno performante e soggetto a zoppie.

Rimaniamo sempre sulla preparazione di base e perché è importante; una schiena decontratta in grado di sostenere, essendo lei il centro del movimento, dando la possibilità a tutte le articolazioni di contribuire ad ogni fase della falcata, fasi di sospensione e appoggio. Daremo un senso di continuità all’insieme del corpo, senza creare interruzioni, cioè tutte le leve articolari lavoreranno insieme creando un effetto molla del treno posteriore con un conseguenziale scarico del treno anteriore, con un risultato di un effetto ammortizzante sul terreno. Al contrario con una schiena che non porta e diverse interruzioni di flusso del movimento, l’ammortizzamento del carico si trasferirebbe alle articolazioni interfalangee che in modo passivo subirebbero il carico del cavallo e del suo movimento oltre che quello del cavaliere.
In questo articolo ho voluto elencato alcuni aspetti di riflessione sull’addestramento del puledro e del cavallo da rieducare a livello posturale; parlando delle articolazioni basse, di carico, sovraccarico e appoggio asimmetrico.
Questi sono alcuni degli aspetti negativi che si possono creare se non diamo importanza ad una corretta preparazione fisica.

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